Bobby Soul

plays that funky music

Recensione su Rockit e nuovo video!

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2020: scende l’ombra dell’apocalisse sull’umanità, un virus sconosciuto costringe ogni singolo individuo di un piccolo pianeta azzurro, chiamato Terra, ad autoconfinarsi in una prigione salvifica tra le proprie mura domestiche. Non si può uscire, non si possono incontrare amici e parenti, niente aperitivi, niente vita sociale. L’occasione spinge molti artisti che vivono su quel piccolo pianeta azzurro, a dare sfogo alla propria creatività con i mezzi di fortuna che hanno nelle proprie abitazioni. Tra loro c’è Alberto Debenedetti, a tutti i terrestri noto come Bobby Soul, che si è chiuso nella sua “cameretta” (non ancora una “videocameretta”) e si è proiettato in un futuro diverso, quello di dieci anni dopo: il 2030. Da lì l’artista racconta storie, pensieri e vicende di un’umanità sopravvissuta al virus, la quale, tra ricerca di sensuali incontri e perfino di Dio, si ritrova faccia a faccia con gli alieni e le loro rivelazioni.

In realtà tutto questo materiale offertoci da Bobby Soul & Blind Bonobos in questo disco intitolato, come l’anno in cui è immaginato, “20/30”, è tutto materiale recuperato da produzioni precedenti, incisioni vintage e brani recuperati in rete, sulle cui basi strumentali Bobby Soul ha costruito le proprie canzoni originali, dando vita a qualcosa di sostanzialmente diverso, calorosamente funky e a tratti ipnoticamente blues. Perfino il racconto sull’incontro ravvicinato del terzo tipo con gli alieni, che ci accompagna durante tutto il disco, è ripreso da una vecchia testimonianza datata addirittura 1968, in cui Walter Marino Rizzi, un rappresentante industriale di Bolzano, racconta con trasporto e con numerosi dettagli il suo personale incontro con un UFO. A tutto ciò Debenedetti aggiunge anche un contributo visivo, infatti “ogni canzone – ha dichiarato – è corredata da un video sgranato, sullo sfondo del panorama che si apriva ogni notte dalla mia finestra”.

Accompagnato in alcuni brani dalla chitarra di Alessio Caorsi e dal piano di Matteo Minchillo, Bobby Soul gioca con suoni, sogni, immaginazione, fantascienza e realtà rilasciando un disco affascinante e al tempo stesso distopico, che sfrutta i limiti tecnici per spingersi più in là con la fantasia.